giovedì 1 marzo 2018

Storia del Caffè: Primo utilizzo e leggende






Gli antenati etiopi del gruppo etnico degli Oromo furono con buone probabilità i primi ad aver riconosciuto l'effetto energizzante della pianta di caffè la quale cresceva spontanea nei loro territori. Studi di diversità genetica sono stati eseguiti su molte varietà di Coffea arabica, che si sono rivelate scarsamente differenziate ma con la conservazione di una certa eterozigosità residua proveniente dai materiali ancestrali. È pertanto risultata essere strettamente correlata alle specie diploidi di Coffea canephora e Coffea liberica.
Tuttavia non è stata rinvenuta alcuna prova diretta che possa indicare il luogo africano approssimativamente esatto in cui il caffè sia cresciuto per la prima voltà e neppure che tra gli indigeni avrebbe potuto essere riconosciuto e usato come stimolante in un periodo precedente al XVII secolo. Si pensa però che l'impianto del caffè domestico originale sia avvenuto ad Harar la cui popolazione nativa è considerata indigena dell'Etiopia, con l'aggiunta di distinte popolazioni poco oltre i confini del Sudan e in Kenya.
Il caffè è stato consumato principalmente nel mondo islamico, là ove è nato; rimase anche direttamente correlato alle pratiche più strettamente religiose, per riuscire cioè a sopportare le lunghe veglie di preghiera.


Ci sono diversi racconti leggendari sull'origine della bevanda; uno di questi comprende la vita del mistico del Sufismo berbero Abu l-Hasan al-Shadhili [11]; una storia etiopica narra che, osservando una vitalità insolita in alcuni volatili, provò ad assaggiare le bacche che gli uccelli stavano mangiando, sperimentandone la stessa energia.
Altri attribuiscono la scoperta del caffè ad un discepolo della Shadhiliyya chiamato Omar. Secondo l'antica cronaca (conservata nel manoscritto del persiano Abd al-Qadir Maraghi) questi, che era conosciuto per la sua capacità di curare i malati con la sola forza della preghiera, fu esiliato da Mokha in una grotta deserta nei pressi di Ousab; provò a masticare le bacche raccolte da alcuni arbusti situati lì vicino, ma le trovò amare. Allora si mise a tritarle nel tentativo di migliorarne il sapore, ma così divennero dure. Poi provò a bollirle per ammorbidirle, il che produsse un liquido fragrante bruno. Dopo averlo bevuto Omar fu capace di rimanere senza cibo per dei giorni interi. Quando i racconti di questo "farmaco miracoloso" giunsero fino a Mokha ad Omar venne permesso di tornare e in seguito venne fatto santo.
Un altro racconto riguarda un cavaliere etiopico del IX secolo, Kaldi; notando gli effetti energizzanti che subiva il suo gregge dopo aver brucato le bacche di un color rosso brillante di un certo cespuglio, si mise egli stesso a masticarle; l'euforia che ne derivò lo spinse a portare le bacche ad un monaco in un vicino monastero. Questi però non approvò il loro uso e le gettò nel fuoco; subito dopo ne fuoriuscì un intenso profumo, che fece accorrere altri monaci incuriositi. Le bacche arrostite furono rapidamente tratte fuori dalle braci, polverizzate e sciolte in acqua calda: la prima tazzina di caffè al mondo era stata creata. Dal momento però che questa storia non è nota per essere apparsa per iscritto prima del 1671, 800 anni dopo rispetto al tempo in cui viene ambientata, è molto probabile che sia spuria[


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